La bottega di Angelo Gaito in Via S. Giacomo
Il capostipite della Ditta, Angelo, era un viaggiatore e commerciante di preziosi che arrivò a Napoli nel 1864 da Fasano di Puglia ed in Via S. Giacomo, nei pressi di Via Toledo, iniziò la sua attività. Bisciutteria, gioielleria, orologi da tasca, argenteria di tutti i generi recitava l’insegna della sua prima bottega, in Via S. Giacomo, operosa fino al 1905 in quella sede. Erano gli anni in cui la città viveva la sua Belle Époque e Via Toledo era il cuore pulsante della vita sociale, intellettuale e mondana del tempo. I tavolini dei caffè rinomati per i sorbetti ed i gelati erano gremiti di folla ad ogni ora del giorno e della notte, dalla Galleria Umberto appena inaugurata lungo tutta Via Toledo, tra le facciate degli antichi palazzi nobiliari, si facevano strada le insegne dei caffè dove si allestivano i varietà alla moda di Parigi e si celebravano le vedettes napoletane dai nomi francesi.
Leonardo Gaito
Proprio in Via Toledo, al numero 278, Leonardo Gaito aprì nel 1906 la storica “bottega” restata inalterata nel tempo, con le due ampie vetrine sulla strada, l’inconfondibile insegna a caratteri d’oro su fondo nero e gli arredi originali in palissandro dell’interno. La gioielleria Gaito, erede di quella scuola orafa napoletana che vantava una secolare tradizione, seppe aprirsi all’inizio del Novecento all’ Art Nouveau insieme ad altri nomi celebri che dettero alle loro creazioni nell’ambito della gioielleria, ma anche all’oreficeria di carattere scultoreo, un respiro internazionale. La città stessa, poi, era una capitale del turismo con la presenza dei Savoia e dei personaggi del jet set ospitati nei grandi alberghi, che influenzavano la moda con le loro precise scelte di gusto.
Giulio Gaito, la moglie Maria e il figlio Leonardo
Giovani di appena venti e diciotto anni, Angelo e Giulio, figli di Leonardo, alla scomparsa del padre ne raccolsero l’eredità, insieme a Maria, moglie di Giulio e poi del figlio Leonardo. Oggi è Maria, figlia di Leonardo, insieme al marito Andrea, a continuare con entusiasmo l’attività di famiglia, proponendo i suoi pezzi unici a quei clienti che da una generazione all’altra si sono affidati ai consigli e alla discreta eleganza della gioielleria Gaito.
Maria Gaito col marito Andrea Ricco
Allo stesso tempo Maria sperimenta soluzioni legate alla contemporaneità che percorrono strade nuove, con la proposta di materiali diversi, come le pietre dure e semipreziose, legate in argento e oro che disegna lei stessa, per dar vita ad oggetti meno “impegnativi” ma non per questo meno raffinati nella fattura e nella combinazione dei colori.
Il libretto per il 150˚ anniversario della ditta Gaito
È stata Maria Gaito, alla quale sono giunti per via ereditaria tanti schizzi e progetti per quei gioielli che hanno caratterizzato lo stile della Ditta nel corso degli anni, che ha voluto condividere con la sua clientela di oggi i disegni del taccuino del nonno Giulio, non per una nostalgica rievocazione di un momento unico e irripetibile della gioielleria napoletana, ma per offrire al pubblico di oggi la testimonianza della vitalità di una tradizione familiare che attraversa le generazioni.